Da 4R
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Negli Stati Uniti la Kia e la Hyundai risarciranno i clienti di 13 modelli per i consumi dichiarati troppo ottimistici. Le due Case coreane, come riportato da Reuters, si sono anche ufficialmente scusate dell'accaduto - spiegando che potrebbero esserci stati problemi nelle procedure di verifica dei consumi per le versioni dedicate al mercato statunitense - con annunci a pagamento che hanno occupato intere pagine dei giornali domenicali e hanno annunciato che rimborseranno ai consumatori quanto hanno speso in più per il maggior consumo di benzina.
Tonfo in borsa. In previsione dell'esborso, le azioni delle due società sono scese ieri in borsa di circa il 7%, la maggior perdita giornaliera da 14 mesi a questa parte. Hyundai e Kia si sono giustificate imputando alle differenti procedure adottate nei loro test di consumo interni e in quelli scelti dall'ente governativo statunitense Epa.
Lo diciamo da anni. Da molti anni Quattroruote denuncia come in Europa un gran numero di dati di consumo dichiarato sia eccessivamente ottimistico, in qualche caso inferiore anche del 50% rispetto a quello misurabile da un normale automobilista durante l'utilizzo reale della vettura. Per questo motivo, da anni compariamo nelle nostre prove su strada i dati di consumo reale da noi misurati con quelli dichiarati sulla base delle regole di omologazione. Che possono essere considerati solo per quello che sono: non la realtà, bensì un valore indicativo, che consente d'effettuare ad armi pari dei confronti di massima tra diversi modelli.
Le "bugie a norma di legge". La principale differenza tra quanto è avvenuto negli Usa (dove i Costruttori auto hanno autocertificato dati che l'Epa ha poi trovato inesatti) e quanto avviene da noi, è che qui i dati sono misurati e certificati da enti governativi europei e quindi, a sentir loro, sarebbero corretti. Da noi, infatti, non sono le Case a raccontare bugie, bensì sono le leggi in vigore a essere irrealistiche. "Bugie a norma di legge", come le definì Quattroruote già nel gennaio 2007. A questa situazione si potrà porre rimedio solo con una radicale modifica delle norme con le quali vengono misurati i consumi, prevista (ma non ancora ufficializzata) con l'entrata in vigore delle norme Euro 7, attese alla fine di questo decennio.