Mi cimento pure io con la macchina che sognavo negli anni '80.....
La Countach è una vettura sportiva ideata dalla Bertone e poi prodotta dalla Lamborghini. Progettata dall'ing. Paolo Stanzani, con la linea disegnata da Marcello Gandini, che all'epoca lavorava per Nuccio Bertone, la Countach è un'auto che ha fatto storia. Il prototipo venne presentato nel 1971 e la produzione della vettura terminò nel 1990, quando dopo quasi 20 anni di produzione lasciò il posto alla Diablo. Questa vettura fece conoscere a tutto il mondo la carrozzeria con lo stile a cuneo.
Nel 2004 la rivista Sport Car International ha classificato la Countach al terzo posto tra le Top Sport Cars degli anni settanta e al decimo posto in quelle degli anni ottanta.
Il nome della vettura deriva, a differenza di molti altri modelli, non da una razza di tori da combattimento, ma da un'espressione in lingua piemontese che esprime stupore e meraviglia, traducibile in italiano con "accidenti!", "corbezzoli". Sembra sia stata pronunciata da un addetto alla sicurezza della Carrozzeria Bertone quando ormai a notte fonda accompagnò l'ing.Stanzani in clamoroso ritardo a visionare il prototipo della vettura ormai pronto.
Il design a cuneo della vettura si deve a Marcello Gandini che allora era un giovane designer della Bertone e che aveva già disegnato nel 1968 la show car Alfa Romeo Carabo da cui la Countach riprende parecchie soluzioni stilistiche come le portiere e il taglio del parabrezza e dei finestrini.
La vettura era molto larga e bassa (1,06 m) e si riconosceva subito per le sue linee diritte e ad angolo. La caratteristica fondamentale della vettura era data dalle porte che, incernierate sul davanti, si aprivano ruotando verso l'alto. Questa caratteristica però non era un puro esercizio di stile ma era legata alla difficoltà, data la larghezza della vettura, di dotarla di porte ad apertura laterale che nell'uso normale si sarebbero potute rivelare troppo ingombranti. La carrozzeria della vettura era realizzata con pannelli trapezoidali di alluminio, utilizzati anche nelle costruzioni aeronautiche, montati su un telaio tubolare in acciaio. Per quanto questa costruzione fosse molto costosa, garantiva anche la realizzazione di un telaio che fosse nello stesso tempo leggero e rigido. Le parti inferiori della carrozzeria erano realizzate in fibra di vetro. Il gruppo fari anteriore era a scomparsa.
Il motore che doveva essere montato sulla vettura era il famoso Lamborghini V12 portato alla cilindrata di 4.971 cm³ .
Questo motore venne accantonato, a causa di alcuni problemi di sviluppo e soprattutto a causa della poco felice situazione economica in cui versava l'azienda in quel periodo, per cui la vettura venne motorizzata con il V12 da 3.929 cm³, già montato sulla Miura ed adattato alle nuove specifiche, disposizione longitudinale con cambio nell'abitacolo ed albero di trasmissione che raggiunge il differenziale passando all'interno del blocco motore.
Il propulsore è disposto longitudinalmente rispetto al corpo vettura e davanti all'asse posteriore per concentrare al massimo i pesi verso il centro della vettura, la sigla LP 400 che contraddistingue questa vettura sta appunto ad indicare la disposizione del motore e la cilindrata.
Nel 1971 venne presentato, al Salone dell'automobile di Ginevra, il primo prototipo della vettura. La sua sigla era LP500 dove il 500 indicava la cilindrata (5.000 cm³) del motore ed LP stava per la posizione dello stesso, longitudinale posteriore.
Secondo esemplare di pre-serie
Il motore montato sulla vettura era il V12 di 4.971 cm³ a doppio albero a camme in testa. La potenza fornita era di 440 CV DIN (328 kW) a 7.400 giri al minuto. Ad alimentare questo motore erano sei carburatori Weber 42 DCOE. L'impianto frenante era costituito da dischi autoventilanti. La velocità massima era dell'ordine dei 300 Km/h. La carrozzeria era dipinta in un fiammante Giallo Girasole.
Durante i test vennero apportate al prototipo diverse modifiche. Per garantire un migliore raffreddamento furono ingrandite le prese d'aria poste nella parte posteriore e furono introdotte delle prese d'aria tipo NACA sui fianchi. Nella costruzione del prototipo erano stati utilizzati dei pannelli a nido d'ape in alluminio che però non verranno utilizzati nelle vetture di produzione.
Questa vettura, che rimase un esemplare unico, concluse la sua carriera facendo da cavia nel crash test di omologazione per la Countach.
Prima di entrare in produzione furono costruiti altri due prototipi, che potremmo definire esemplari di pre-serie, dotati di luci posteriori funzionanti e di un abitacolo meno avveniristico ma decisamente più funzionale. Il primo, di un colore rosso acceso, fu presentato al salone di Ginevra del 1973. Il secondo, di colore verde, fu presentato al salone di Parigi dello stesso anno. Pochissime furono le differenze tra quest'ultimo esemplare e quelli di serie; ricordiamo solamente i finestrini laterali (a due elementi nel prototipo ed a tre negli esemplari di serie). Attualmente questo prototipo è esposto presso il museo "Automobili Lamborghini" a S.Agata Bolognese.
LP400 (1973-1977)
Prima versione di produzione dotata del propulsore da 3.929 cm³ della Miura. Il motore comunque forniva 375 - 385 CV DIN (280 - 287 kW) a 8.000 giri al minuto. La velocità massima dichiarata era di 315 Km/h risultando la versione della Countach più veloce in assoluto. Su questa vettura venivano montate delle gomme da 215 su cerchi da 14 pollici. La caratteristica che ha reso celebre questo modello è il caratteristico "taglio" sul tettuccio, soluzione resasi necessaria durante la progettazione per fare spazio allo specchietto retrovisore a periscopio. Lo specchietto retrovisore a periscopio, presente sul prototipo, fu abbandonato in fase di industrializzazione. Ciò nondimeno il taglio sul tettuccio rimase, e fece guadagnare alla Countach LP 400 il soprannome di "Periscopica".
Fonti dell'epoca parlano di 151 esemplari allestiti, dei quali solo 21 con guida a destra. Numeri questi, che rendono la LP 400 la più rara e ricercata della serie Countach. Inoltre tutte le Countach LP400 hanno i numeri di telaio pari. Solo la numero 1120001 (esposta al museo Lamborghini) ha un numero di telaio dispari. 1974-1977 il periodo di produzione. La produzione dalla 1120002 alla 1120300 (150 esemplari) termina con la consegna il 02/01/1978 del'ultimo esemplare (nero con interni bianchi) venduto in Belgio.
LP400S (1978-1982)
Questa nuova versione, introdotta nel 1978, era facilmente distinguibile dalla precedente Countach LP400 per via della gommatura di larga sezione e a profilo ribassato. Queste modifiche erano state testate su alcune Countach LP400 specialmente sviluppate da Gian Paolo Dallara, in collaborazione con la fabbrica stessa, per conto di Walter Wolf, proprietario della omonima scuderia di Formula 1.
Wolf non era totalmente soddisfatto della guida della propria LP400 (1120202) e finanziò lo sviluppo di 3 Countach speciali; grazie alle esperienze maturate su questi 3 prototipi la Lamborghini introdusse un nuovo modello: la Countach S. Questa era dotata di passaruota allargati e dello spoiler anteriore, montava anteriormente gomme Pirelli P7 205 su cerchi da 15 pollici e posteriormente delle gomme Pirelli P7 da 345 su cerchi da 15 pollici.
Il motore rimase inizialmente quello della LP400 (carburatori Weber doppio corpo 45 mm, potenza dichiarata 375 CV), per essere poi depotenziato a 353 CV DIN (263 kW) a 7.500 giri al minuto sulle ultime LP400S prodotte (con carburatori Weber doppio corpo 40).
Esistono ben 3 serie diverse di LP400S: S1 (serie uno), S2 (serie due) ed S3 (serie 3). Le prime due serie sono più estreme, più basse e leggere, presentano però qualche problema di spazio per la testa dei passeggeri e lo spoiler anteriore rasoterra obbliga a prestare attenzione ad ogni ostacolo sulla strada.
S1: tetto basso, assetto basso, cerchi Campagnolo "Bravo" in magnesio (50 esemplari)
S2: tetto basso, assetto basso, cerchi Campagnolo lisci in magnesio
S3: tetto alto, assetto alto, cerchi Campagnolo lisci in magnesio, maggior peso e carburatori da 40 mm (potenza dichiarata 353 CV).
Per tutte e tre le serie, furono 237 gli esemplari prodotti complessivamente.
LP500S (1982-1985)
La LP500S montava un motore, sempre 2 valvole per cilindro, di 4.754 cm³ che sviluppava 375 CV DIN a 7.000 giri al minuto. Il motore della 5000S era dotato di maggior coppia e, grazie anche ai rapporti allungati, contribuiva a rendere l'auto più trattabile e le riprese più pronte. Fu la prima Countach a montare l'accensione elettronica. La velocità massima dichiarata era di 290 Km/h. Il peso era aumentato lievemente rispetto alle ultime LP400S: 1.480 kg. Dal punto di vista estetico la vettura rimase pressoché invariata. Modifiche furono apportate agli interni.
Ne vennero realizzati 321 esemplari.
5000 Quattrovalvole (1985-1988)
L'annunciato arrivo sul mercato della Ferrari Testarossa spinse la Lamborghini a migliorare ulteriormente la Countach, per non rimanere indietro a livello prestazionale. Questa nuova versione montava un V12 migliorato, con una cilindrata aumentata a 5.167 cm³ e l'importante novità delle quattro valvole per cilindro, da cui la rettifica nel nome. Era equipaggiato con sei carburatori verticali Weber 44 DCNF. L'adozione di questo gruppo di carburatori, che erano montati sopra al motore, ridusse ancora la già scarsa visibilità posteriore. Secondo Valentino Balboni, noto collaudatore Lamborghini, il motore al banco di prova riusciva ad erogare senza problemi 470 cavalli a 7000 giri (addirittura 500 con un motore ottimizzato), ma la casa decise di dichiararne solo 455 per avere un "asso nella manica" nel caso in cui la Ferrari Testarossa si fosse rivelata più potente. Quando la Testarossa entrò in produzione e si seppe che il suo motore aveva una potenza di soli 390 cavalli, la Lamborghini decise di mantenere inalterati i dati ufficiali. Una curiosità: il vistoso alettone posteriore che era scelto dalla maggior parte dei clienti della Countach è stato sempre un optional dato che, a detta della Lamborghini, non era davvero utile per fini aerodinamici. Il peso a vuoto salì a 1.490 kg e la velocità massima a 295 Km/h. Nel 1987 la vettura fu dotata di vistose minigonne laterali che raccordando alla base i due ampi passaruota presentavano anche una presa d'aria a lamelle orizzontali con lo scopo di agevolare il raffreddamento dei dischi freno posteriori.
Versione prodotta in 631 esemplari.
Evoluzione - Prototipo (1986-1987)
Realizzata nel 1986 fu in assoluto la prima vettura realizzata completamente in fibra di carbonio. Dopo essere stata testata e presentata alla stampa, sfortunatamente è andata distrutta in un crash test. Venne sviluppata come laboratorio viaggiante per testare nuove idee e nuove tecnologie che nei decenni successivi divennero comuni. Non fu mai realizzata in serie anche a causa degli alti costi di produzione di un telaio in carbonio, ma le numerose innovazioni stilistiche vennero riprese dalla Countach 25º Anniversario del 1988. Ideatore di questo progetto fu Horacio Pagani (fondatore della Pagani Automobili) che in quegli anni lavorava in Lamborghini.
25º Anniversario (1988-1990)
Versione finale della gloriosa Countach, dedicata ai 25 anni della Lamborghini, vanta numerosi miglioramenti, furono infatti cambiati circa 3000 degli 8000 pezzi che compongono l'auto. Gran parte delle innovazioni estetiche derivarono dal prototipo Countach Evoluzione del 1986, la prima supercar al mondo realizzata in Fibra di Carbonio. L'air box e le prese d'aria erano stati ridisegnati e ingranditi e furono montate delle minigonne, la geometria delle sospensioni fu modificata. La migliore aerodinamica permetteva una velocità massima di 300 Km/h. Questa fu l'ultima versione realizzata della Countach che rimase in produzione fino al 1990 quando venne sostituita dalla Diablo.
Le vetture realizzate di quest'ultima serie furono 658.
tratto da Wikipedia