Ciao,
grazie a tutti del sostegno morale!
Purtroppo nessuna novità; tramite l'Avvocato abbiamo inviato sia al concessionario Citroen che a Citroen Italia per conoscenza una diffida a consegnarmi l'auto immatricolata entro 15 giorni dal ricevimento della stessa; se ciò non dovesse accadere, il contratto si intenderà risolto e pertanto mi dovranno essere restituiti i soldi versati;

speriamo che si risolva prima!
Ad oggi - esattamente un mese dal saldo pagamento - ancora nessuna news...

Vi tengo aggiornati, dita incrociate!

elisa

Roba da pazzi.

non possiamo che rinnovarti l'in bocca al lupo.....

Sperando non succeda: se il concessionario ha problemi di liquidità poco cambia con la rescissione del contratto...
Non restituirà il denaro ricevuto, per il medesimo motivo della mancata immatricolazione e consegna.

Io non mi intendo, ma in questi casi non dovrebbe essere la casa madre a dare le dovute garanzie?

uhm non credo....il contratto è stipulato tra privato e concessionario...poi forse potrebbe intervernire per buona volontà....

Non ne sarei tanto sicuro che la casa madre ne sia completamente estranea per un comportamento scorretto della propria concesionaria.

Per conoscienza di tutti copio e incollo un'articolo del 2010,vecchio ma sempre attualissimo purtroppo

http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore ... ttore.html


Se il concessionario fallisce, l'avvocato serve a poco: deve rimediare il costruttore
La crisi è crisi e sta facendo chiudere molte concessionarie di auto. Spesso per fallimento. Questo fa emergere il solito problema: i contratti di acquisto delle auto sono strutturati in modo tale che la compravendita coinvolga solo il commerciante e il suo cliente, senza che il costruttore abbia alcun obbligo di garantire la consegna anche in caso di fallimento del suo venditore. Al massimo, i costruttori pubblicano sui giornali locali un annuncio per informare che l'autosalone Tal dei Tali non fa più parte della loro rete e si tengono le mani libere in attesa di decidere se e come intervenire in favore dei clienti.

In tutto questo, s'inseriscono le associazioni dei consumatori. Che, conoscendo il problema, si fanno subito avanti per difendere i clienti. Senza avvisarli che in casi del genere è difficilissimo uscirne: le auto non possono essere immatricolate senza il certificato di conformità, che è trattenuto da una banca a garanzia del costruttore e viene sbloccato solo quando qualcuno paga il valore dell'auto. Essendo il concessionario insolvente, non resta che il cliente, che però i soldi li ha già dati al commerciante e quindi dovrebbe pagare due volte. Un assurdo, contro il quale nessuna associazione può fare molto. Salvo fare forti pressioni (in aziendalese bocconiano si chiama "moral suasion") sul costruttore, minacciandolo di cattiva pubblicità per fargli decidere di farsi carico finanziariamente del problema, sbloccando il certificato.

Ed è proprio ciò che è avvenuto nelle scorse settimane nel caso della Toyota Autoclassic di Bari. L'Unione nazionale consumatori, assieme a uno studio legale, ha annunciato sui giornali azioni per tutelare i clienti. Ma, se ora questi ultimi stanno avendo le loro auto, è solo perché la Toyota ci ha messo una pezza.

Tra le pieghe della vicenda, vi segnalo due aspetti istruttivi per tutti:

- gli avvocati hanno parlato di "class action", quando invece questo tipo di azione collettiva oggi in Italia è praticamente impossibile (se non altro perché l'assurda legge che l'ha introdotta impone che gli interessi dei consumatori siano "identici", per cui se uno aspetta una Yaris e un altro una Land Cruiser restano due casi diversi) e questo un legale lo sa bene, quindi come al solito c'è stato un uso disinvolto dei media, che tutto digeriscono;

- adesso che la Toyota sta facendo immatricolare le vetture, i problemi maggiori ce li hanno le persone che avevano già ritirato la propria senza targhe col carro attrezzi, perché ora devono mandarla a proprie spese alle altre concessionarie (le più vicine si trovano a Matera e a Barletta, cioè ad almeno 60 chilometri) a effettuare le preconsegna (io ho sempre consigliato di non ritirare l'auto col carro attrezzi, tanto se non c'è il certificato di conformità non serve a nulla e si rischia solo di farsela rubare).

Ma questo vorrebbe dire che se devo comprare l'auto, potrei andare insieme ad un addetto del concessionario in banca e pagare direttamente io il certificato, in modo da essere sicuro del pagamento?

Teoricamente si,in pratica non e' attuabile.

Siamo di fronte alla solita distorsione della pubblica amministrazione in generale.

Mi domando se per un usato(magari di poche centinaia di euro) io venditore devo firmare da un notaio
l'atto di vendita,Perché' una concessionaria dietro il pagamento non dovrebbe fare altrettanto esibendo
anche il cerificato di conformita' ?

Ad oggi noi privati come sempre siamo poco tutelati(a poco serve farsi fare immediatamente la fattura),
non ci resta che incrociare le dita e sperare in bene

farsi fare subito fattura recante il numero di telaio serve eccome, in sede legale, io ho adempiuto al contratto che quindi "esiste" ed è dimostrabile, pertanto quel bene "è mio" non più del venditore che è stato pagato a livello giuridico può valere anche un contratto verbale credo, quindi, una fattura a pagamento di un bene possa ben valere...no?

Resta il fatto che comunque si va incontro ad un mucchio di seccature e che "noi privati ..... siamo sempre poco tutelati"

Vero il bene e' tuo,
ma sempre senza immatricolazione,vai alla banca(creditore privilegiato) e prova a farti dare
il certificato di conformita'.

Ti puoi portare a casa l'auto,te la lucidi se vuoi accarezzala
ma di circolare non se ne parla nemmeno.

Unica possibilita':
trattare con la banca il prezzo del certificato
anche se l'auto e' gia stata pagata

E' come comprare una casa senza fare il rogito.

se sussiste la condizione di cui sopra credo la banca non possa trattenere un documento che è parte integrante del mezzo DI MIA PROPRIETA'...almeno a buon senso...che poi farselo mollare sia lavoro da avvocati ok...ma se il negozio contrattuale esiste, ed il bene è mio, non può essere trattenuto, nemmeno in parte, dalla banca...sempre a mio parere

La vedo dura Andrea. La banca ha il certificato in quanto ha finanziato il conce per l'acquisto di quella determinata auto. Quindi il certificato rappresenta la sua garanzia. Vuoi che la banca si spossessi della garanzia senza aver incassato i soldi? Non credo proprio. Se mai a quel punto scatta la messa in mora del conce, tutta una lunghissima pratica di recupero crediti, al termine della quale la banca potrà riconsegnarti quel maledetto certificato

Ciao Elisa,

Sono in una situazione simile alla tua. Sperando di avere al più presto la nostra auto

Piccolo problema anche a me e chiedo consiglio: Acquistata auto dal concessionario, l'auto è usata e facendo un rapido giro per osservarla mi sono accorto che il parabrezza in basso a destra presenta una scheggiatura! devo uccidere il venditore? come faccio a tutelarmi? Sono troppo affezionato alla mia Citroen e purtroppo ho notato questa pecca ad una settimana dall'acquisto!

Questa la vedo dura...dopo una settimana potresti aver preso una sassata.....sicuramente questo ti dirà il venditore......se hai la polizza cristalli te la cavi con poco...

Me lo ha fatto notare un dipendente di mia moglie, mortacci sua! comunque la scheggiatura è in basso a destra, poi posterò la foto se mi dite come fare, un sempre Grazie alla tempestività
degli Amici Citroen!

Di solito conviene farla vedere in un centro specializzato tipo carglass, per capire quanto sia grave e se riparabile