La Triennale nacque a Monza nel 1923 come esposizione internazionale delle arti decorative per trasferirsi, nel 1933, a Milano diventando subito uno degli eventi più importanti nel panorama artistico mondiale.
E’ ospitata al Palazzo dell’Arte, progettato all’insegna dello spirito razionalista dall’architetto Giovanni Muzio, nel centro di Milano e offre oltre dodicimila metri quadri di sale e spazi, in cui curatori come di grande fama come Mario Sironi o Giò Ponti, hanno selezionato, attorno a temi specifici, le migliori opere per esposizioni prestigiose dedicate, ad esempio, a lavori di De Chirico, dello stesso Sironi, Pomodoro, Burri, Martini e Fontana.
E veniamo all’affascinante storia della DS19 e del suo progettista, il designer e scultore Flaminio Bertoni che aveva sempre desiderato esporre sue opere artistiche alla Triennale senza tuttavia riuscirci. Almeno fino a quel fatidico giorno.
Era il 1957 e come tutti gli anni Bertoni era solito trascorrere le sue vacanze estive a Varese, città natale e in vivevano molti suoi amici e maestri ma prima di rientrare a Parigi, dove risiedeva, decise di fare una sosta per visitare la Triennale del 1957, che accendeva i riflettori, tra l’altro, sul rapporto tra tecnologia e design con particolare riferimento al design industriale.
Mai deviazione dal percorso fu più azzeccata poiché, con grande stupore, Flaminio Bertoni vide finalmente esposta una sua opera professionale: era la DS19!
La vettura era stata sistemata in cima ad un piedistallo, senza le ruote (Bertoni aveva scherzosamente rimproverato il centro studi per aver “messo le ruote” alla “sua” DS19), carenata, come un’astronave in fase di decollo.
Bertoni non era a conoscenza della cosa, ma Citroën (pare su invito del celebre architetto Giò Ponti) aveva deciso di arredare una parte del padiglione dedicato alla Francia con la DS19 che dominava un ambiente tappezzato di disegni tecnici, foto ed elementi costruttivi della vettura, dai parafanghi ai cofani dino all’innovativo volante monorazza.
L’originale esposizione ebbe un notevole successo e la giuria della Triennale assegno alla vettura, che sembrava arrivare da un altro pianeta, un grande riconoscimento, ovvero il “diploma di gran merito”, sottoscritto personalmente dal professor Guglielmo De Angelis D’Ossat, presidente della giuria superiore e da Ivan Matteo Lombardo, presidente della Triennale.
“La presenza della DS19 in Triennale non era del tutto inattesa – ricordano al quartier generale – già nel gennaio del 1957, in occasione di una sua visita a Parigi, l’architetto Giò Ponti aveva pronunciato queste parole: “voglio sottolineare l’ammirazione che noi altri, italiani, proviamo per l’ultima nata tra le vetture francesi: la DS19. Questa vettura ha il coraggio d’essere una macchina sincera. Lei non cerca, come i prodotti di scuola americana, di sedurre l’acquirente con garbugli policromi, abbondanza di cromature, sforzi per mascherare tutto. La scuola europea segue la tecnica.”
In queste parole del grande architetto milanese si possono già leggere le ragioni che portarono la giuria della Triennale a premiare la DS19: estetica non fine a sé stessa, ma forme funzionali, ergonomiche ed equilibrate. La DS19 è bella perché è funzionale o, per dirla con Pierre Capal di “Constellation”, “la vettura funzionale, razionale, ha trovato una sua estetica”.
Insomma, un premio di questo rilievo, assegnato per la prima volta ad un’automobile, elevò la DS19 a una nuova dimensione tant’è che la vettura venne esposta nella stessa maniera a vari eventi internazionali come pure anche nella vetrina-cult parigina della casa, al 42 degli Champs Elysées.
Nel 1959 Citroën donò al Museo dell’Auto di Torino, la più importante e prestigiosa istituzione italiana legata alla storia dell’automobile, la maquette di una DS19 su un piedistallo
simile a quello della Triennale.
Da allora da DS19 è stata sempre presente nelle sale del Museo dell’Auto di Torino dove ha ritrovato anche un piedistallo simile all’originale e continua a rendere omaggio alla genialità italiana di Flaminio Bertoni. (m.r.)
Fonte:
http://www.repubblica.it/motori/sezioni ... 181331810/