Prendo al volo il vernacoliere del caro alphafly per utilizzare le frasi nel dialetto veneziano.
Anche se non simpatiche come la Lingua fiorentina, in questi gironi da arresti domiciliari possiamo farci una mezza cultura.
Viva Venesia viva e glorie del nostro leon!
Poi quando ci troveremo ci capiremo meglio.
Tanto per stare in tema:-
Un baso tira l'altro e se finise in sala parto
Megio essar na testa de sardela che na coa de sturion
so stufo ma stufo agro; non poterne più, essere veramente stanco
Ara picolo che ti ze drio ciapar 'na bruta andada; attento che stai prendendo una brutta strada, ti stai comportando male
e avanti se qualcuno vuole aggiungere qualcosa anche in altri dialetti allora forza e come disemo noialtri:
Duri i banchi fioi; riasposta sempre duri!

l'ultimo inciso mi ha proiettato direttamente qui

Mitici pitura freska sir Oliver skardi, un saund che purtroppo faceva ballare e pensare ora molto meno.
Papa nero,.....Sar vero dopo miss italia un papa nero, sara vero. ....
Pin floi Oi ndemo vedar i Pin floi oi, venezia bea ma mi no ghe vivaria mai, cosa ti disi sbarbina. ....
Marghera, marghera saria più sana un campo de pance, pomodori e marijuana. ...
So mato per la mona, so mato per la mona ma no la vedo mai, Co sento odor de mona vado via de testa, mi no so jovanottiso pitura frska
Mitici
E tante tante e altre.
Però se mo ndrio dar da trasto a'ea sentina, stemo al sicuro, metemose a pajol
Se vi serve la traduzione.....

A parte che nel mio caso essendo vicino confinante non ho grossi problemi di comprensione, però tutti questi dischi che ovviamente fanno parte della mia collezione ricordo avevano oltre i testi anche la traduzione.

Adesso ho notato Cervignano del Friuli, questo bar sta diventando amarcord. Io ho fatto il militare a Villa Vicentina, battaglione Isonzo, come lo scoglio infrango come l'onda travolgo, e come lo ..........galleggio.
Certo ricordo le frasche, il taiut, l'ospitalità, i passaggi in macchina fino quasi a casa e tante altre belle cose che mi hanno fatto passare 14 mesi abbastanza velocemente.
Bhe, dai non ti serve troppo la traduzione, mona xe mona, che Marghera saria più sana un campo de panocie, pomodori e marijana, nemmeno, la traduzione serviva quando il vinile varcava i confini del trivento e andava in mani anche fiorentine, maremmma!
Mandi, mandi.

Al casin a lè che cumò duti lis frascis son siaradis e no tu podis bevi nancje un tajut. Mandi.

Grasie, anca qua, oramai xe un casin xe sera' tuti i veci bacari e non ghe se più osterie perciò par bevar un goto, un'ombra col cicheto no resta che i amici, quei seri.
Salute

Ma quella sopra non è la traduzione...

Infatti, quella sopra è la domanda oppure la situazione di riferimento per ottenere la risposta sottostante.

...in caso di necessità: https://arlef.it/it/strumenti/grande-dizionario-bilingue/#

Discorsi in dialetto veneziano, ieri dalla finestra.
Come va in questo periodo?
Ghe n’ho ‘na sgionfa
Non ne posso più ieri se va avanti .....Cappelletti era il primario del manicomio (isola di San Servolo, San Clemente)
I me porta da Capeeti
Sei fuori
-te se partìo cò toe e cavaeti
Prendere la vita come viene, come l’andamento delle maree della laguna
Dai ti sa come ae xe Sìe ore ea cresse, sìe ea càea.
Cambiano discorso ci stiamo perdendo nella nebbia
Semo drio perderse par’l caìgo
Per parlare di altre cose
Ndemo da trasto àea sentina
La conosci ……nome di donna indica di “larghe” vedute
Ti a conosi…… e casso so chi che a xe, Eà gà visto piú cassi èa che i cessi de S.Bòrtoeo (bagni pubblici)
Poi l’altro interlocutore inizia un lungo discorso
Mimorti che Aristodemo stò omo
prolisso, lo ferma e propone di andare a bere
Va ben go’ capio ndemo bevar un ‘ombra
Risposta dell’altro per finire la chiacchierata
Ma te vien dal Dòeo? Xe tuto serà
Dolo è un comune in provincia dove si diceva che erano poco svegli, è tutto chiuso.
Ciao vecio, ciao.

Che ricordi ragazzi... ero un giovane ufficiale appena uscito dal 156° Corso AUC Grifo e scaraventato in Friuli... ci sono stato 15 anni, con qualche divagazione veneta (Motta di Livenza)... mi ricordo che il temperamatite si chiamava "spiccialapis" e che toglievate l'ultima vocale ai nomi dei paesi (Porpetto era Porpet e Cervignano diventava Savignan)... quando era bel tempo si andava a Grado, a Bibione... poi si andava a fare il pieno alla macchina in Slovenia perché costava la metà... altri tempi... mi avete fatto venire la nostalgia... ma poi la nostalgia di casa e finalmente la possibilità di fare quello che più mi piaceva, senza nulla togliere ai campi minati, ai poligoni (Lusevera) o ai ponti, mi ha riportato in riva all'Arno...

I mona se conosse da due robe: dal parlare, quando che i dovaria tasére e dal tesére quando che i dovarìa parlare.

Chi davanti te leca, dadrio te sgrafa

Sentilaaaaaaaaaaaaeeeee!!!!!

Al è dibant cirî di insegnâ al mus, si piert dome timp e si infastidis la bestie.

Cuel que bíu ben, al dorm ben; e cuel que dorm ben, no l fá pecá; ma cuel que no fá pecá, al nda in paradixo: elora beón fin que crepòn. 

Chi ben beve, ben dorme; chi ben dorme non fa del male; chi non fa del male va in paradiso: allora beviamo bene finchè moriamo]

Non solo dialetto, ma un po' di storia.
Venezia nel suo massimo fulgore commerciava con tutto il mondo allora conosciuto.
Per preservare il suo isolamento, infatti, le lagune non esistono per sempre o diventano mare o diventano terra gli Ingegneri con la I maiuscola hanno deviato fiumi corsi d'acqua per preservare questa laguna nei millenni, opponesi elemento ad elemento, questo era il motto.
Ma Venezia si rendeva autonoma anche dall'entrotterra, in questa maniera era difficilissimo il suo assedio.
Usava delle isole per gli approvigionamenti freschi, per esempio Sat'Erasmo era ed in parte è tutt'ora l'orto di Venezia dove veniva coltivato di tutto, comprese le tipiche castraure, un piccolo carciofo novello, ora queste castraure sono destinate per lo più a grandi alberghi chef. costano un botto.
Le vignole isola delle sette vigne......
Senti che siensio che se ancuo a sant'erasmo, se vede chi ieri, i ga iga i gai.
Venezia non aveva un acquedotto, si forniva d'acqua attraverso un "fiume" che scorreva nell'entrotterra veneziano nella riviera del brenta, la Seriola, al vallo Moranzani (sbocco in laguna del fiume brenta) venivano riempite delle barche botte che portavano l'acqua a venezia e la travasavano all'interno dei pozzi cisterna, ecco perché ci sono pozzi in ogni campo, campiello, li l'acqua dolce si utlizzava per ber lavarsi.....ecc.
Celebre la poesia di Arnaldo Fusinato quando venezia cadde sotto il dominio austriaco 1849,che bloccando l'approvvginamento di acqua e rifornimentodi grano prese la citta:-
omissis.passa una gondola dalla città
ehi della gondola?
qual novità?
il morbo infuria il pan ci manca
sul ponte (Rialto) sventola bandiera bianca
........................
Altre isole di Venezia avevano uso specifico
La Certosa
San Servolo
Poveglia
e avanti.......

Qualcuno di voi ha mai letto i fumetti di Dago, nobile veneziano tradito dai suoi amici e divenuto prima schiavo degli arabi e poi valoroso giannizzero del Sultano (il temibile "Giannizzero Nero")? Lì si parla anche della Venezia dei Dogi...

Si me lo ricordo Dago, a me non piaceva, forse perché era argentino chi lo ha scritto inventato, argentino nel senso di invenzione non di etnia, almeno così mi ricordo.
Però guarda caso la famiglia era RENZI
Poi se non ricordo male è abbastanza recente anni 75/80?

Vita quotidiana.
Mama, Mama ti me cuisi 'sto boton? Va ben sporsime el spagnoeto, ansi già che ti ghe xe e ti ghe vedi ben, infia a assa nel buso dell'ago

Mamma, mamma mi cuci questo bottone? Va bene portami il rocchetto di filo, anzi già che ci sei e ci vedi bene infila un pezzo di filo nell'ago